Serata Valdastico

17.04.2019 00:00

SERATA VALDASTICO

Ci commuoviamo davanti ai nostri figli quando manifestano per il clima, sentiamo tante parole sulla necessità di fermare il consumo di suolo, di promuovere uno sviluppo che sia sostenibile, assistiamo pure a qualche timido accenno d’imposizione di un massimale al numero di turisti nell'Alto Garda: se non fosse che la direzione attuata è completamente opposta.
Ed ecco che dal cilindro viene nuovamente estratto il prolungamento a Nord dell’autostrada Valdastico (A31, ex Pi.Ru.Bi), questa volta con uscita a Rovereto sud o dalle ultime notizie a Serravalle: che la nuova tratta autostradale non farà altro che riversare altro traffico in tutto il Basso Sarca e Ledro è sotto gli occhi di tutti. La Loppio-Busa risulterà congestionata ancor prima di essere realizzata. E dove metteremo tutte le nuove auto in arrivo: altri parcheggi a discapito della campagna? Altro consumo di suolo? Altro inquinamento?
Inoltre, l'uscita a Rovereto Sud o Serravalle favorirà il passaggio del traffico parassita che dal nord-est (specie l'inverno con la nebbia) transiterà per la Busa e la Valle di Ledro in direzione Brescia.
Si tratta di un progetto semplicemente folle. 
Ma la Valdastico non è solo una minaccia per la qualità della vita nell'Alto Garda, lo è in particolare per l'Ambiente e per i territori coinvolti dal suo passaggio, qualunque sia il percorso scelto dall’eventuale progettualità; pertanto per quanto riguarda la nuova proposta di uscita a Serravalle (vedasi la stampa di mercoledi 10 aprile) l'impatto non cambia.
Basti pensare che il tracciato di cui oggi si discute è quello giudicato dagli esperti il meno adatto tra i cinque individuati: si tratta di un'opera che prevede 5 gallerie e tre viadotti, tutti al limite della fattibilità per come emerge nelle relazioni degli esperti sin qui svolte e impraticabile dal punto di vista geologico. Lo scavo di gallerie incide sulle falde con ripercussioni sull'approvvigionamento idrico (si pensi alla sorgente di Spino per Rovereto e Marco) e sulla stabilità dei terreni sovrastanti, le profonde fondazioni dei viadotti posso modificare anch'esse il regime idrogeologico di vaste aree, senza considerare che ad oggi non esiste alcuna viabilità utile a rendere cantierizzabili le impervie zone di passaggio: tale insistenza su una tanto pericolante soluzione non depone minimamente a favore del raziocinio di quegli amministratori deputati a proporre soluzioni di sviluppo percorribili, sostenibili, approfondite.
Opere così imponenti devastano irrimediabilmente il paesaggio, l’ambiente e le Comunità attraversate.
Il Trentino dovrebbe andare in tutt'altra direzione, anziché continuare a importare traffico, senza appellarsi ad una concezione senescente e avvizzita di sviluppo.
Ne discuteremo mercoledì 17 aprile 2019 ore 20:30 presso Sala dei Vigili del Fuoco ad Arco (località Bruttagosto 12, parcheggio a Caneve) con Aaron Iemma (rappresentante del Coordinamento NO Valdastico nord A31), Emanuele Curzel (storico) e Marco Milioni (giornalista).
Sono invitati cittadini e amministratori locali nella speranza che possano condividere le nostre preoccupazioni affinché ognuno contribuisca per quanto di sua competenza.

 

Comitato Salvaguardia Olivaia, Coordinamento no A31, Associazione WWF Trentino, Comitato Sviluppo Sostenibile, Italia Nostra sez. Trento, Amici della Terra Alto Garda e Ledro, Associazione Rotte inverse, Associazione Pinter, Associazione Ledro inselberg, Mnemoteca del Basso Sarca