Osservazioni al Piano Territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro

30.07.2019 00:18

OSSERVAZIONI PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA’ DI VALLE ALTO GARDA E LEDRO

 

 

Il Piano Territoriale della Comunità è uno strumento fondamentale per definire il quadro strategico di sviluppo urbanistico e socioeconomico della comunità e del territorio e  per indirizzare diversamente le politiche sovra comunali fatte negli ultimi decenni.

Proponiamo di dare priorità ai beni comuni e alla collettività e di intraprendere una riconversione ecologica che interessi anche i soggetti privati.

Nelle presenti osservazioni intendiamo richiedere l’avvio di un nuovo modello di sviluppo economico, ambientale e sociale, cioè il Green New Deal per l’Alto Garda e Ledro.

Nel passato si sono inseguite le occasioni di crescita lineare economica (turismo, industria, commercio, artigianato e servizi) per salvaguardare gli interessi soprattutto dei privati. Ciò ha comportato una crescita sociale non coesa ed armonica e continuo disordinato consumo di suolo.

La comunità non ha saputo esprimere competenze e sensibilità per orientare scelte più avvedute e lungimiranti, e ha espresso una classe politica impegnata, più che altro, alla ricerca del consenso elettorale mediante il soddisfacimento di un po’ tutti gli interessi in gioco, in particolare di quelli con maggiore peso economico.

Da quanto abbiamo finora potuto constatare dalla bozza preliminare del PTC, esso non rappresenta l’auspicato momento di discontinuità rispetto al passato.

 

  1. Nuovo metodo: la partecipazione popolare

Le scelte fatte nel passato sono state deliberate nelle sedi istituzionali (provincia, comunità, comuni)  senza un concreto coinvolgimento della cittadinanza. Solo recentemente, a seguito dei nuovi strumenti di democrazia diretta e di democrazia partecipativa si è iniziato a coinvolgere la cittadinanza e i portatori di interessi nei processi decisionali

Il metodo di lavoro adottato dalla Comunità Alto Garda e Ledro ha presentato lacune organizzative di notevole importanza nello svolgimento dei processi partecipativi dei Piano Stralcio (Commercio, Mobilità e Aree produttive). Pur apprezzando lo sforzo profuso riteniamo che l’approccio scelto sia stato improntato ad una partecipazione burocratica e formale, piuttosto che un concreto coinvolgimento dei cittadini e degli i stakeholders .

Tale modo di procedere ha portato a risultati, a nostro giudizio, poco efficaci e sicuramente non tendenti a realizzare il necessario consenso sui contenuti dei Piani. La partecipazione implica l’essere parte dei processi elaborativi e decisionali, al fine di poter arrivare a scenari condivisi ed essere in grado concretamente di incidere nelle scelte dei Piani, condizioni che non si sono verificare nel metodo di lavoro fin qui seguito.

 

  1. La cultura ambientalista e la promozione delle relazioni tra le persone

Crediamo che nella pianificazione del territorio, di lungo periodo, si debbano richiamare i principi basilari dei rapporti tra uomo e natura e tra persone di una comunità. Solo se queste relazioni saranno ispirate al rispetto, sarà possibile orientarsi verso il vero sviluppo.

Promuovere comportamenti individuali e di gruppi sociali consapevoli e rispettosi del territorio e sviluppare relazioni al fine di produrre legame sociale di una comunità, rappresenta l’essenza di uno sviluppo vero e non effimero e vuoto come quello meramente economico.

Sostenibilità e sviluppo si incontrano e si integrano a vicenda nel concetto di “Sviluppo Sostenibile”.

Ma cosa si intende per sviluppo sostenibile? A tal proposito esistono definizioni molto significative:

"sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità" (Rapporto Bruntland -1987)

“il soddisfacimento della qualità della vita, mantenendosi entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono” (Caring for the Earth: A Strategy for Sustainable Living”-1991)

Queste due definizioni vanno intese come beneficio per le persone e gli ecosistemi.

Il problema non è tanto riparare i danni già provocati da uno sviluppo economico e incompatibile con le future risorse ambientali ma di riorientare le modalità e le tipologie delle produzioni e dei consumi verso il rispetto ambientale e sociale.

Quindi uno sviluppo sostenibile può essere considerato come la ricerca di un equilibrio dinamico tra qualità ambientale, sviluppo economico, eguaglianza sociale: che non mira al mantenimento di uno “status quo” ma si muove, invece, verso il cambiamento.

La cultura ambientalista rappresenta la base che consente di integrare economia, società e ambiente.

Si ritiene altresì indispensabile promuovere ed attuare progetti di empowerment che consentano la creazione di legami tra le persone, i gruppi e le organizzazioni che condividono gli stessi interessi economici, culturali e sociali. Reimpostando le forme del legame sociale, in un contesto aperto, fluttuante, multiculturale e sempre più globalizzato.

Nel nostro territorio possiamo rilevare la presenza attiva di organizzazioni religiose, servizi socio-assistenziali pubblici, centri culturali, gruppi di auto-aiuto, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, partiti politici, sindacati e gruppi spontanei che sono soggetti rilevanti nella costruzione di una comunità relazionale pluralista e flessibile.

L’apertura reciproca e il dialogo continuo fra questi soggetti consente alla comunità locale di offrire luoghi e opportunità per trovare sostegno e ascolto, sviluppare senso di appartenenza, motivazioni, relazioni e impegno civico.

 

  1. Urbanistica e mobilità

Lo sviluppo urbanistico disordinato che si è realizzato nei decenni passati, in modo particolare tra le città di Riva del Garda e Arco è sotto gli occhi di tutti !

I numeri delle varianti ai PRG (Arco n.14, Nago Torbole n.11 e Riva n.10) indicati nel cap. 2.3 del Documento Preliminare e le lottizzazioni perpetrate dal 1960 ad oggi hanno determinato lo scempio del paesaggio e la depauperizzazione di vaste zone agricole del nostro territorio.

Le compensazioni e le perequazioni adottate con i privati hanno prodotto solo vantaggi effimeri al Bene Comune e hanno concorso ad uno sviluppo urbanistico disordinato e privo di un disegno strategico complessivo.

A tale caotico sviluppo urbanistico è stato associato un sistema di mobilità pubblico e privato altrettanto insoddisfacente e incapace di soddisfare in modo adeguato i bisogni di mobilità della comunità.

Per il futuro riteniamo pertanto fondamentale, prioritario e non più procrastinabile rendere interdipendenti l’urbanistica e la mobilità, che dovranno essere armonicamente pianificate.

Il PTC rappresenterebbe una vera e unica opportunità capace di svolgere questa attività in modo intelligente, collettivo, armonioso e virtuoso.

Purtroppo per le lacune riportate in premessa manca una enunciazione chiara e condivisa degli scenari socio-economici verso cui si orienterà la nostra comunità.

Da ciò ne discende che le indicazioni urbanistiche e del sistema della mobilità debbano essere considerate fatalmente parziali e lacunose.

Pensare di pianificare un Sistema della Mobilità Sostenibile in modo statico e facendo riferimento agli attuali flussi di traffico e attuali poli generatori/attrattori ci porta infatti a risultati assolutamente insoddisfacenti.

Pensando invece a definire obiettivi di pianificazione nel medio/lungo termine si potrà concepire un Sistema di Mobilità Sostenibile adeguato e rispondente alle variegate esigenze di mobilità della comunità.

Talvolta si pensa che con la realizzazione di una infrastruttura stradale, come la S.Giovanni – Cretaccio, oppure l’implementazione di Rivetta, si possano “magicamente” risolvere tutti i problemi di mobilità esistenti. Tale visione, oltre che essere precaria, risulta molto costosa e scarsamente efficace. Risulta invece importante svolgere serie analisi di costi/benefici, e analizzare anche i costi sociali che troppo spesso non risultano immediatamente percepibili dall’opinione pubblica.

I costi della congestione, dell’inquinamento acustico e atmosferico, del degrado del paesaggio, dell’incidentalità, della dissipazione ingiustificata dell’energia etc., pesano enormemente nel bilancio sociale della comunità e dovrebbero pertanto essere, nel processo pianificatorio, tenute in debita evidenza.

D’altra parte le direttive della Comunità Europea e il Piano Energetico Provinciale indicano piuttosto chiaramente le strategie da sviluppare e realizzare anche in ambito locale:

- la riduzione significativa dell’energia impiegata nel settore residenziale, industriale e artigianale e nella mobilità;

- la riduzione di emissione di Co2 e gas clima alteranti;

- l’incremento della produzione di energia con fonti rinnovabili.

Anche nel settore della mobilità, oltre che nel risanamento degli insediamenti residenziali, l’efficienza dei processi produttivi manifatturieri e nei servizi, sono possibili azioni virtuose per il bene della comunità e che devono trovare evidenza in modo marcato nel PTC.

 

  1. Ambiti strategici e progetti mirati

In queste osservazioni non esamineremo tutti gli ambiti strategici contenuti nel documento preliminare, ma ci limiteremo a quello della Fascia Lago, che sicuramente ha una importanza fondamentale e strategica, per lo sviluppo sostenibile del territorio.

L’Associazione Amici della Terra valuta positivamente il superamento della logica delle classiche zonizzazioni e lottizzazioni e la definizione dei 7 ambiti territoriali, indicati nel Documento Preliminare, mentre nutre forti critiche su alcuni progetti, per noi inaccettabili dal punto di vista ambientali ed anche difficilmente sostenibili ad una attenta analisi sui benefici economici, come il Centro Velico internazionale e Arca Village, nei terreni di proprietà della Soc. AMSA del Comune di Arco, l’insediamento di complessi sportivi (campo di golf a 27 buche?) in zona limitrofa al Biotopo Marocche di Dro, già bocciata dal Consiglio Comunale di Dro stessa, la realizzazione di un nuovo campo di golf a Torbole, la realizzazione dell’HUB nella zona Linfano (parcheggio interscambio P1 indicato nel Cap. 4.1 del Documento Preliminare), il parcheggio di attestamento sul lago a Torbole (parcheggio interscambio P2 indicato nel Cap. 4.1 del Documento Preliminare).

Tali progetti tendono a creare altrettanti “non luoghi” che snaturano irreversibilmente la identità paesaggistica e ambientali, e in ultima analisi anche culturale, del nostro territorio.

Per quanto riguarda la situazione velica esiste molta confusione. Recentemente è comparso un articolo sui media locali che si riferiva ai lavori di consolidamento e di dragaggio (mal riusciti tra l’altro) del canale della Rocca e della Fraglia con la sostituzione delle banchine di ormeggio. Considerando che sul lago non esiste un turismo diportistico ma principalmente attività sportiva agonistica, non si rende opportuno sacrificare l'area di parcheggio a San Nicolò per creare ulteriori posti barca in acqua per barche cabinate che rimangono poi ferme, contribuendo soltanto per la quota ormeggi alle casse della Lido. Il problema si pone invece per le manifestazioni veliche che contano diverse centinaia di scafi e che hanno bisogno di spazio e di accessi in sicurezza al lago. Il piazzale San Nicolò potrebbe essere gestito in tal senso durante il Meeting degli Optimist, considerando il suo posizionamento riparato dal vento, alleggerendo così la pressione sulla area circostante la Fraglia, senza sottrarre ulteriori parcheggi nei periodi festivi.

Ad alcune di queste manifestazioni veliche partecipano infatti migliaia di persone con i loro mezzi che gravano su un’area ristretta che in futuro, con l’ampliamento del Palazzo dei Congressi, si ridurrà ulteriormente.

In merito al Lido di Arco, in questa ottica, basterebbe una riqualificazione degli spazi del circolo velico esistente: rimesse, attrezzature, barche e spazi riparati per sede nautica, e miglioramento dell’accessibilità al lago tramite scivoli e il posizionamento per una gru di alaggio gommoni. Come i circoli velici hanno evidenziato, si tratta solo di trovare un opportuno coordinamento.

 

L’Associazione Amici della Terra ritiene inoltre prioritario l’avvio del Distretto Agricolo oggetto della Legge Provinciale 4 agosto 2008 n.15 di iniziativa popolare che a tutt’oggi, a distanza di più di undici anni dalla sua approvazione, non ha avuto alcun seguito. Lo sviluppo dell’agro-alimentare è sicuramente, insieme al turismo, un settore da potenziare ed è tra i principali obiettivi indicati dalla suddetta legge. La sua attuazione è improrogabile e va pianificata il più velocemente possibile, facendo anche azione di pressing sulla Provincia perché faccia la sua parte.

 

Per l’area Linfano e l’ex area Cattoi si espongono le seguenti considerazioni:

 

  1. Area Linfano

La storia della cementificazione dell’area di Linfano ha origini storiche di alcuni decenni fa e per capirne le ragioni occorrerebbe partire dalla passata, tentata speculazione edilizia, che prevedeva 160.000 metri cubi e un’area di 12 ettari, da parte della proprietà della Società “Porto Arco – Centro della Vela Spa” facente capo principalmente a Domenichelli.

L'area del Linfano nel PUP viene classificata a tutela ambientale di ambito fluviale che si pone in connessione con area di protezione del fiume, del lago e della ZSC del Brione.

Purtroppo, tale area è già stata messa a dura prova dalla realizzazione della struttura ricettiva-residenziale della Compagnia di Sviluppo srl, nella porzione a nord.

La Variante inizialmente avrebbe comportato  un'ulteriore saturazione dell'area, in quanto non prevedeva il trasferimento del campeggio AMSA dalla fascia lago, come originariamente nel Piano precedente, ma anzi pianificava un nuovo villaggio turistico.

L'area di protezione del contesto paesaggistico (per una superficie complessiva di ca. 23000 mq) posizionata ai piedi del versante est del monte Brione, identificata con puntinatura secondo l'art. 61 NTA, doveva essere preservata da costruzioni di bungalows e delle relative strutture di servizio.

In tale Variante veniva prevista la realizzazione di un villaggio turistico per complessivi 30000 mc di cui 18.000 per bungalows e 12.000 mc per strutture di servizio.

Sottraendo dalla superficie lorda totale dell'area in fascia nord, soggetta al piano di lottizzazione n. 5  (pari a ca. 59.000 mq) la superficie di protezione paesaggistica (ca. 23.000 mq), quella riservata al parcheggio (ca. 8.000 mq) e quella per eventuale trasferimento del complesso Lidl-Oradini (ca. 6.000 mq) si otteneva una superficie utile per il villaggio turistico di ca. 22.000 mq. Si determinava quindi un rapporto di cubatura di circa. 1,4 mq/mc.

I bungalow in precedenza previsti in legno venivano successivamente  indicati in muratura con altezza di ml 4,50.

 Le strutture di servizio ai bungalow (quali bar, ristoranti, sale di animazione ecc.) avevano un'altezza di ml 10,50.

Il Piano attuativo in seconda e definitiva adozione alla fine ha trasformato un’area agricola e pregiata a ridosso del Lago di Garda e alle pendici del Monte Brione in un’area sportivo ricreativa con una cubatura ridotta a 17.500 metri cubi, e del tutto recentemente è stato proposto di destinare l’area a centro acquatico.

 

  1. Area ex Cattoi

Non intendiamo ripercorrere la complessa storia di tale area, ma semplicemente ricordare alcuni passaggi recenti.

La Provincia Autonoma di Trento, su richiesta del Comune di Riva del Garda, ha attuato provvedimenti viabilistici nella zona adiacente l'area ex Cattoi  tali da non poter più permettere l'accesso alle auto private e ai veicoli di ogni genere, ed impedire un parcheggio non autorizzato e che sarebbe un ulteriore polo attrattore di traffico in una zona che si vorrebbe invece decongestionare.

In base a quanto disposto dalla legge provinciale 15/2015, i PRG e PRGI dovranno, in futuro, adeguarsi al Piano Territoriale di Comunità e al PUP.

La pianificazione sovra comunale del PTC, prevista dalla legge provinciale 15/2015, è vincolante anche per i piani regolatori comunali e le sue varianti.

Se nell'Ambito Strategico FASCIA LAGO, attualmente in discussione anche nella Commissione Urbanistica del Comune di Riva, verrà previsto che la destinazione d'uso dell'ex Area Cattoi sarà quella, auspicata da questa Associazione, di verde pubblico, tale pianificazione sarà vincolante per tutti, Comune compreso.

Il giorno 13 maggio 2019 si è tenuta la Conferenza dei Sindaci della Comunità con all’odg il Piano Territoriale della Comunità e non sono noti i pareri espressi in tale sede sulla destinazione d’uso delle aree Linfano ed ex Cattoi;

Le politiche sovra comunali in materia urbanistica devono essere decise dal Consiglio di Comunità e non dalla Conferenza dei Sindaci, conformemente a quanto previsto nelle vigenti leggi provinciali;

Il PTC dovrà essere approvato, in prima istanza, dal Consiglio di Comunità entro ottobre, cioè prima dell'inizio del "semestre bianco".

Gli Amministratori dei Comuni di Riva del Garda, di Arco e di Nago Torbole, finora non hanno preso posizione chiara e trasparente sulla pedonalizzazione della Fascia Lago, l'eliminazione dei parcheggi, la destinazione d'uso dell'area ex Cattoi a parco pubblico e la non cementificazione dell'area Linfano.

La priorità da prevedere nel PTC è la pedonalizzazione, la ciclabilità e lo sviluppo del trasporto pubblico in Fascia Lago, non la circolazione e la sosta delle auto private, in un contesto più largo di mobilità sostenibile in Alto Garda e Ledro.

Come già accennato, il nuovo piano attuativo, scaduto da circa 2 anni, per l’ex area Cattoi, è in discussione nella Commissione Urbanistica del Consiglio Comunale di Riva del Garda.

L'Amministrazione comunale rivana su tale argomento ha organizzato "un percorso partecipativo" con tanto di audizioni di portatori di interessi e cittadinanza.

L'esito di tale sia pure imperfetto processo partecipativo è stato chiaro e inequivocabile: l'ex Area Cattoi dovrà essere destinata a PARCO PUBBLICO e, insieme al Parco della Miralago, realizzare un'area che costituirebbe “un polmone verde” di grande interesse ambientale ma anche turistico.

L’Associazione Amici della Terra condivide in pieno questa destinazione d’uso dell’ex area Cattoi a parco pubblico e auspica che l’Amministrazione rivana utilizzi tutti gli strumenti della lp 15/2015 per dare soluzione definitiva all’annoso problema.

 

 

  1. Sistema Mobilità sostenibile  

 

L’Associazione “Amici della Terra dell’Alto garda e Ledro”  non condivide  alcune delle scelte strategiche indicate nella documentazione del PTC proposta e in particolare la realizzazione di un sistema di mobilità incentrato sull’HUB in zona Linfano.  

La realizzazione di tale ulteriore infrastruttura determinerebbe il depauperamento ulteriore del patrimonio agricolo  incrementando nel contempo, in maniera non accettabile, le aree cementificate e asfaltate.

Si nutrono forti contrarietà sulla posizione baricentrica di tale infrastruttura rispetto al sistema di mobilità futuro.

Dai dati dei flussi di traffico pendolare attuali indicati nel cap. 3.2 del Documento Preliminare si evince che i punti di congestione più marcati si riscontrano tra Arco e Riva del Garda e in Via Rovereto tra Torbole e Riva del Garda.

Con la futura realizzazione del tunnel Busa Loppio e la Circonvallazione di Torbole (attualmente non finanziata), tale congestione subirà un ulteriore incremento, specialmente su Via Aldo Moro, V. Sabbioni, Via S. Isidoro, Viale Trento verso Riva e Via S. Caterina verso Arco. Non convince affatto che la realizzazione dell’HUB e del relativo parcheggio di attestamento possa ridurre sensibilmente, in particolar modo nei mesi estivi, tali enormi flussi di traffico. Semplicemente perché i turisti difficilmente rinunceranno alla propria auto privata per raggiungere i parcheggi degli alberghi ubicati nei centri abitati. Tale modello di servizio appare pertanto un libro dei sogni non traducibile in realtà, e le azioni indicate nel Documento Preliminare non appaiono come soluzioni efficaci.

Condividiamo invece l’ulteriore sviluppo della mobilità dolce (percorsi pedonali e piste ciclabili) e dei sub sistemi di mobilità sostenibile (auto elettriche e a idrogeno, a metano, a biogas, bike sharing, car sharing, car pooling etc.), e ritieniamo importante inserire nel PTC il Sistema della Mobilità Sostenibile avente come asse portante il sub sistema TRAM TRENO.

Si rimanda alle osservazioni già fatte per il Piano Stralcio della Mobilità Sostenibile per i dettagli della proposta sul sistema di mobilità.

 

  1. Conclusioni

L’Associazione “Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro” conferma pertanto il giudizio negativo rispetto al documento preliminare e alla bozza di Piano Territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro, e come anticipato in premessa ritengono sbagliato l’approccio culturale al tema ed il metodo di lavoro adottato.

Intende comunque portare un fattivo contributo al processo decisionale per migliorare, per quanto possibile, i suoi contenuti. A tal fine ritiene indispensabile che nel Piano Territoriale della Comunità, venga:

- promossa la cultura ambientalista e la qualità delle relazioni in seno alla Comunità, entrambe motori di vero sviluppo;

- definita una dichiarazione di intenti per arrestare il nefasto processo di cementificazione e asfaltatura del territorio che si è sviluppato dal 1960 e che progressivamente sta riducendo la quota di aree agricole;

- proposta alla Provincia Autonoma di Trento una revisione dell’attuale legislazione in materia urbanistica per arrestare l’inesorabile aumento di volumetrie private e pubbliche in Alto Garda e Ledro, privilegiando il restauro conservativo di edifici esistenti;

- attuata la pianificazione nei 7 ambiti strategici individuati nel Documento Preliminare con progetti mirati senza ulteriore cementificazione e asfaltatura delle aree interessate;

- adottato, nelle scelte decisionali, un processo partecipativo e democratico capace di coinvolgere, oltre ai rappresentanti istituzionali e gli operatori economici e turistici, anche i residenti;

- elaborato il Progetto di fattibilità economica e finanziaria delle nuove linee del Tram Treno;

- formato un gruppo di lavoro tecnico/politico di ricerca che, tenendo conto delle scelte urbanistiche, approfondisca la possibilità di sviluppare lo studio del Tram Treno. In tal senso il Trentino potrebbe essere luogo di sperimentazione e innovazione.

 

Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro

Il Presidente

Paolo Barbagli

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Riva del Garda 30 Luglio 2019