Giochetti e serietà

29.08.2019 00:28

Giochetti e serietà.

Sul piatto della bilancia, è ovvio che tra sicurezza e vestigia storiche “secondarie” vinca la tutela dell’incolumità: non si tratta del Colosseo.
Ma la prima a non credere che vi sia un pericolo imminente per la sicurezza è proprio l’Amministrazione comunale. Come spiegheremmo altrimenti che attualmente vi sia un cantiere presso una casa privata proprio sotto il Brione, sulla strada del Linfano? Se vi fosse pericolo imminente, le case sarebbero state sgomberate e la strada chiusa. Le case sono abitate, una attività turistica è stata anche ampliata dopo la prima frana degli anni Ottanta ed è in funzione, la strada è aperta. Cosa dobbiamo dedurre? E cosa potrebbe rispondere l’Amministrazione quando si chiedesse conto della manutenzione delle pareti del Brione: un programma di disgaggi e monitoraggio già consigliato dalle perizie dopo il primo evento franoso di trent’anni fa? Non è più stata fatta manutenzione da anni ormai, e si aspetta che la montagna venga giù. L’urgenza è la situazione tipica in cui l’italica mente può realizzare le peggiori storture, però “in fretta”.
Il fatto è che tutta l’operazione vallo-tomo è stata gestita come spesso ad Arco si trattano le opere pubbliche e l’urbanistica, si veda il caso Maroadi e si torni indietro fino all’ex Argentina passando per gli abusi edilizi di Villa Miravalle. Gli interessi di alcuni privati sono pienamente tutelati, non si vede sempre lo stesso per il bene pubblico. Prima il Comune, che a chiacchiere si richiama a Greta Thunberg, si scordò di effettuare la valutazione ambientale, poi non si accorse che il progetto sconfinò nel biotopo - area protetta di interesse comunitario - (e non per “un centimetro” ma per oltre 10.000 mq), poi rimandò gli accertamenti richiesti dalla Sovrintendenza beni archeologici riguardo la poco distante area AMSA alla fase del piano attuativo…

Il vallo-tomo poi non protegge da tutti gli eventi franosi importanti, non è certo nemmeno che avrebbe protetto dall’ultimo masso che si è staccato dalla parete. Questa è la serietà, ci tocca rispondere al Sindaco che come al solito o attacca gli avversari senza ben controllare il linguaggio e i toni, oppure si trincera dietro un vittimismo poco serio. Il fatto è che i valli-tomo in Trentino sono diventati un nuovo business: spostare terra e sfregiare le montagne - in territori troppo costruiti, troppo antropizzati - è diventata la nuova costosa moda, golosa per certe aziende, ineludibile per certi amministratori. Anche perché il vallo-tomo renderebbe potenzialmente edificabile tutta una zona attualmente a rischio geologico che, nella logica perversa della perequazione come la attua il Comune di Arco (cioè “far cassa”, svendere territorio in cambio di metri cubi edificabili), potrebbe essere ceduta alla speculazione edilizia. Come accadrà per il centro S. Andrea (alla rotonda del vivaio Angelini), dove il comune cederà il diritto a costruire (un centro commerciale con superficie netta ben superiore ai 2000 mq) in cambio di un pezzo di terreno del quale non sa effettivamente cosa farsene e in cambio dell’ultimo barlume di area agricola di Via S. Caterina-Via S. Andrea.

E non è serio accusare le associazioni favorevoli all’ambiente di arrivare tardi, perché non è vero: abbiamo proposto altre soluzioni probabilmente più sicure e meno impattanti.
Capiamo la preoccupazione che ha il sindaco in vista delle prossime amministrative, ma screditare l’impegno delle persone che si dedicano all’ambiente - in assenza di analoga preoccupazione dell’ente pubblico - accusandole di coltivare “scopi professionali” è infantile e poco serio se non è provato.
Quanto agli scopi politici, il solito refrain del sindaco, rispondiamo: siccome a lui la politica deve sembrare solo una questione di “careghe” e posti stipendiati - non di tutela di quel bene che è comune a tutti noi e ci sta intorno: il paesaggio, l’ambiente, la vivibilità di questa meravigliosa valle, - gli sembra che miriamo a quelli, che la poltrona sia l’unico motivo per cui le persone possono battersi per non accettare cemento e sfregi al paesaggio.
Non capisce che politica è occuparsi della polis, di ciò che è comune: non è quindi per secondi fini che cerchiamo di influenzare questa triste politica verso una maggiore attenzione per quel bene di tutti che è l’ambiente, ma proprio il nostro fine principale. Una volta inciso violentemente il versante del Brione, rimarrà una cicatrice per sempre, per non aver voluto trovare un’altra soluzione.

Associazioni e comitati ambientalisti Alto Garda

 

Comitato Salvaguardia Olivaia di Arco
Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro
WWF Trentino
Italia Nostra Trentino
Associazione Pinter
Rotte Inverse
Comitato Sviluppo Sostenibile