PILLOLE DI VARIANTE 14 DI ARCO: NUMERO 11 CEMENTO NELL’AREA DI PROTEZIONE DEL CENTRO STORICO DI VIGNE (intervento 3.5)

31.10.2014 21:13

PILLOLE DI VARIANTE 14 DI ARCO: NUMERO 11

CEMENTO NELL’AREA DI PROTEZIONE DEL CENTRO STORICO DI VIGNE (intervento 3.5)

 

Oggetto della “Pillola di Variante 14 n. 11” è un’area di 1247 mq, attualmente piantumata a oliveto, immediatamente a ridosso del centro storico di Vigne, giustamente ricompresa nell’area a protezione del centro storico (art. 61 del PRG), e quindi destinata a non essere edificata per preservare l’unitarietà estetica, storica e paesaggistica del centro storico di Vigne.

E’ soggetta a vincolo espropriativo per la realizzazione di un parcheggio pubblico, ora in scadenza. Le possibili scelte sulla destinazione urbanistica dell’area era pertanto di far ritornare l’area alla sua antica vocazione agricola, di reiterare il vincolo espropriativo per realizzare il prospettato parcheggio pubblico, e infine quella scelta dalla Variante, cioè di operare una compensazione consentendo al privato di edificare una parte dell’area (600 mq) con un indice di edificabilità di 1,5 (cioè 900 mc), in cambio della cessione (ma non della realizzazione, che rimane pertanto in carico al Comune) gratuita del parcheggio pubblico sulla restante porzione, cioè 650 mq. Consentendo quindi, in quest’ultimo caso, di edificare a ridosso del centro storico, intaccando l’area di protezione intorno ad esso, in cambio di un parcheggio, da realizzare a spese del Comune.

La domanda che sorge spontanea a questo punto è: ma questo parcheggio è davvero così utile a Vigne, tanto da giustificare l’ennesimo insulto paesaggistico al paese ?

La risposta, se si considera esatto il calcolo fatto a pag. 17 della Relazione introduttiva, che calcola in 4439 mq in esubero i parcheggi pubblici a Vigne, non può che essere negativa.

CONCLUSIONE. L’intervento prospettato, a parere della scrivente Associazione, non appare sufficientemente motivato per giustificare quelle “gravi e urgenti necessità pubbliche” che dovrebbero essere alla base delle decisioni di una Variante urbanistica. Certo invece appare il danno, in termini estetico-storico-paesaggistici, per l’intera collettività. Più saggio sarebbe stato invece il ripristino della vocazione agricola, o perlomeno a verde privato, dell’intera area. Si chiede pertanto all’Amministrazione di rivedere tale operazione nel senso indicato.

Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro

Il Presidente Paolo Barbagli

Riva,  31.10.2014